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Nota biografica e scientifica su Renzo Rastrelli

Dopo aver completato con un anno di anticipo gli studi al Liceo Classico, Renzo Rastrelli si iscrive alla Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" dell'Università degli studi di Firenze. Nel 1969 partecipa al primo seminario organizzato in Facoltà dal prof. Rodolfo Mosca sul tema "La Cecoslovacchia 1918-1938-1968". In quello stesso anno chiede la tesi al professor Mosca e la discute il 3 maggio 1972, ottenendo il massimo dei voti (110) con lode. Nel frattempo ha completato il servizio militare come allievo ufficiale nei "Lupi di Toscana". Nel 1973 ottiene una borsa di studio e inizia a collaborare con la cattedra del prof. Mosca e in seguito con quella del suo successore prof. Gianluca André. Tra il 1973 e il 1976 segue ben dieci tesi di laurea.

Renzo Rastrelli giunse per la prima volta la Cina nel settembre del 1975, come vincitore di una delle borse di studio annuali del Ministero degli Affari Esteri, attivate allora per il III anno sulla base del I accordo di collaborazione culturale tra Italia e Cina, dopo il riconoscimento della Repubblica Popolare Cinese da parte del Governo italiano.

 Renzo Rastrelli, che non aveva mai studiato cinese in precedenza, o comunque ben poco, all'Istituto di Lingue di Pechino (Beijing Yuyan Xueyuan, in seguito rinominato Università di Lingue di Pechino, Beijing Yuyan Daxue), che al tempo era una tappa obbligata per tutti gli studenti stranieri, si trovò a frequentare i corsi destinati ai principianti assoluti. Sua compagna di "classe" fu Annamaria Baldussi, ora professore associato di Storia e Istituzioni dell'Asia a Cagliari. Nello stesso contingente di studenti italiani che arrivarono per la I volta in Cina quell'anno si ricordano Barbara Alighiero, poi corrispondente dell'Ansa da Pechino prima e dal Cairo in seguito, ed oggi Direttore dell'Ufficio Italiano di Cultura presso l'Ambasciata d'Italia di Pechino, Federico Greselin, ora ordinario di Lingua e letteratura cinese a Ca' Foscari e Marco Müller, ora Direttore della Mostra del Cinema di Venezia. Nello stesso anno, presenti in Cina come studenti con borsa rinnovata c'erano tra gli altri Maria Laura Cigliano, Paola Paderni, Claudia Pozzana e Alessandro Russo, e Guido Samarani, attualmente tutti docenti di Università italiane. Nei ricordi di Guido Samarani, Renzo Rastrelli, che era il più anziano (pur avendo solo 27 anni), per il piccolo gruppo di studenti italiani fu una figura importante, sia per la sua naturale bonomia, sia per la sua curiosità scientifica e la sua serenità intellettuale, che certamente contribuirono a sdrammatizzare in qualche modo la "fascination" maoista che molti si trovarono giocoforza a subire.

Nell'anno di permanenza a Pechino, Renzo Rastrelli ebbe modo di stringere rapporti d'amicizia con l'allora Ambasciatore Marco Francisci e altro personale dell'Ambasciata d'Italia, tra cui il dott. Roberto Palmieri, al tempo giovane funzionario ed oggi Ambasciatore in Indonesia. Partecipò anche ai due viaggi organizzati dall'Istituto per i suoi studenti stranieri: il primo, nel febbraio 1976, toccò le città di Hangzhou, Shanghai e Nanchino. Il secondo, nel luglio, dopo la fine delle lezioni, portò gli studenti a Wuhan, Changsha e Guilin.

Al suo ritorno, dopo l'istituzione in Facoltà del corso di insegnamento di Storia politica e diplomatica dell'Asia Orientale, Rastrelli ne assume da subito la titolarità che manterrà fino al 2006 - salvo una interruzione dovuta a un nuovo soggiorno in Cina e a brevi assenze causate da motivi di salute. Nel 1981 Rastrelli torna, infatti, in Cina per un aggiornamento delle sue conoscenze della lingua cinese.

Nel 1994 Renzo Rastrelli, insieme ad Antonella Ceccagno, Maria Omodeo e Anna Marsden, crea il Centro di Ricerca e Servizi per l'Immigrazione che poco per volta viene strutturato e ampliato. Il Centro è stato attivo per dodici anni, dal 1994 al 2006, e col passare del tempo è stato apprezzato in Italia e in Europa per le metodologie di avanguardia adottate sia nella ricerca sia nel lavoro sociale con i migranti. Nel Centro, infatti, è stato possibile mettere insieme ricerca accademica e lavoro sociale, e metterli insieme in maniera originale e creativa. Renzo Rastrelli sentiva in modo particolare la necessità di questa integrazione, per la sua conoscenza della società cinese e la sua sensibilità sociale e politica, e ha mostrato di saperla progettare e perseguire con doti indiscusse di competenza, capacità di mediazione e di dialogo, spirito innovatore. La sua metodologia si basava sulla messa in sinergia tra ambiti generalmente tenuti separati e distinti, e in particolare sulla circolarità tra servizi ai migranti - ricerca sociologica - politiche dell'amministrazione locale.

Questa metodologia è stata la formula vincente del Centro, una formula che Rastrelli non si stancava mai di riproporre tutte le volte che parlava in pubblico, in qualsiasi luogo. Una formula che ha permesso di scrivere articoli e libri in maniera completamente diversa da come li scrivono buona parte degli studiosi. Gli articoli e i libri dei membri del Centro erano, infatti, il risultato del lavoro sociale con i migranti, del feedback in direzione degli amministratori, del confronto con le istituzioni. Tutto ciò avveniva in maniera circolare, ovvero in modo che ognuno di questi aspetti potesse concretamente rafforzarsi nel confronto con l'altro e a sua volta rafforzare l'altro. L'accademia incontrava il servizio sociale, la ricerca si nutriva del confronto con i migranti e gli amministratori. Per contro, il servizio sociale, gli amministratori locali e i migranti stessi potevano avvalersi della ricerca scientifica e fondare su una solida base di conoscenze le loro azioni, le loro politiche, i loro comportamenti. Una formula in grado di creare un ‘circolo virtuoso', e quindi una formula da copiare, da diffondere. Questa formula è all'origine anche del recente libro Ombre cinesi? Dinamiche migratorie della diaspora cinese, scritto da Renzo Rastrelli insieme ad Alessandra Salvati e Antonella Ceccagno. Nonostante i concreti successi ottenuti, questo modello [circolarità tra servizi sociali - ricerca sociale - politiche dell'amministrazione locale] è stato purtroppo abbandonato dall'Ente locale all'inizio del 2007. Tuttavia, l'eredità di questo approccio è stata assunta dall'Assessorato alla Multiculturalità del Comune di Prato, che era stato istituito nel 2002, proprio a partire dall'esperienza del Centro istituito e animato da Renzo Rastrelli.

Attraverso il Centro di Prato, Renzo Rastrelli ha intessuto rapporti con tutte le istituzioni che si occupano di devianza e criminalità per indagare i meccanismi della loro diffusione tra i cinesi: Guardia di Finanza di Prato e Firenze, Divisione investigativa antimafia (DIA) di Firenze, Direzione nazionale antimafia (DNA), Gruppo di lavoro presso la DNA composto dal Servizio centrale operativo della polizia di Stato (SCO), Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri (ROS), Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di Finanza (SCICO), Comando carabinieri ispettorato del lavoro - reparto operativo.
Lo studio sulla criminalità nella popolazione cinese ha preso avvio a partire dal 2000, attraverso una convenzione stipulata tra il Comune di Prato e il Dipartimento di Studi sullo Stato dell'Università di Firenze, dal titolo "Approfondimento dell'analisi del fenomeno migratorio. Rapporti con le istituzioni locali, nazionali e internazionali che si occupano d'immigrazione, con particolare riferimento alla sicurezza sociale e alla legalità, alle dinamiche economiche del distretto, alle nuove competenze per gli enti per le pratiche connesse allo status di straniero". La convenzione è stata puntualmente rinnovata fino al 2008.

ULTIMO AGGIORNAMENTO

30.09.2022

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